Previsione dei temporali



Fulminazioni e temporali




Le caratteristiche dei fenomeni temporaleschi e in particolare la loro irregolarità, rendono la previsione degli stessi particolarmente difficoltosa. Allo stato attuale infatti la comunità scientifica nonché le direttive in seno al sistema di previsioneallertamento nazionale e regionale di protezione civile affermano che non sono prevedibili con sufficiente accuratezza eventi temporaleschi di breve durata e riguardanti porzioni di territorio limitate a poche decine di chilometri. Così, per i temporali, che hanno dimensioni spazio-temporali molto ridotte, ad oggi, si possono prevedere solo con un anticipo di poche ore.
Per previsioni superiori alle 12 ore, ci si deve affidare soprattutto ai modelli meteorologici, che pur non essendo in grado di prevedere con sufficiente precisione e affidabilità fenomeni così localizzati, tuttavia permettono di individuare la presenza, a scale spazio-temporali maggiori, di condizioni meteorologiche più o meno favorevoli allo sviluppo di temporali, in base alle quali si può stimare ad esempio una maggior o minore probabilità di accadimento dei fenomeni stessi e le loro possibili caratteristiche. Pertanto la previsione a breve-medio termine (fino a 1-2 giorni) dei temporali, su cui solitamente anche il sistema di allertamento di protezione civile inizia ad attivarsi, deve intendersi come indicativa in termini probabilistici.
Va sottolineato che, anche in presenza di condizioni favorevoli alla formazione di temporali e quindi con una probabilità di accadimento alta, l’effettiva formazione, la successiva evoluzione e lo spostamento degli stessi dipendono molto dall’interazione con l’orografia e dall’andamento a scala locale di temperatura, umidità e vento al suolo: tali fattori possono essere estremamente irregolari e difficilmente prevedibili con congruo anticipo.
Uno strumento utilissimo per il monitoraggio dei temporali è il radar meteorologico, che consente di individuare in tempo reale le aree interessate da precipitazioni a carattere di rovescio, associate a celle temporalesche anche molto localizzate, di stimarne l’intensità e di seguirne l’evoluzione e lo spostamento.
Tramite radiosondaggi si rilevano molti parametri meteorologici, in particolare la CAPE (Convective Available Potential Energy) che misurs in Joule/Kg la quantità di energia di galleggiabilità disponibile per accelerare verticalmente una particella, o l’ammontare del lavoro esercitato dalla particella sull’ambiente circostante, se una particella d’aria è sollevata forzatamente dal suolo fino a raggiungere il livello di libera condensazione (LCF ). Maggiore sarà la CAPE e maggiore sarà l’energia disponibile per la crescita delle celle temporalesche.
Valori tipici di CAPE sono: CAPE 0-500 Stabile; CAPE 500-1000 Leggermente instabile; CAPE 1000-2500 Moderatamente instabile; CAPE 2500-3500 Molto instabile; CAPE > 3500 Estremamente instabile.

 

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